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Pubblicata il 17/10/2013
Volteggi di ali spezzate
su ombre labirintiche;
mari prosciugati dall’arsura
di questa solitudine
che brucia come fiamma.
cenci strizzati,
non sanno avere più lacrime
questi occhi,
né le strappa l’incenso
che ogni sera ti sacrifico,
in nome di quel Dio
che in giorni non remoti
fu Amore.

19/3/’78
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Gradita

il 17/10/2013 alle 23:48

Bella la poesia anche se la realtà di ciò che hai scritto mette molta tristezza. Su con la vita. un saluto eclisse.

il 19/10/2013 alle 12:45

un poco di ottimismo, dai!

il 23/10/2013 alle 14:31

bella. scrivi bene. apprezzata.

il 24/10/2013 alle 12:19

piaciuta!!!!

il 24/10/2013 alle 15:35

e smettetela con questo buonismo! ognuno di noi esprime con la "scrittura" ciò che sente. comunque, complimenti a te sabbiadoro.

il 26/10/2013 alle 03:33