Stavo uscendo sul pianerottolo
quando scivolai lungo
la scarpata delle scale
e mentre capitombolavo
sentivo distintamente il suono
della omonima tromba
come uno sberleffo sarcastico
tra un orecchio e l'altro
in quel salasso di tempo
che pare un lieve
singulto d'eternità
mi ritrovai
sul portone d'ingresso
con una dozzina
d'ossa incrinate
e il completino da passeggio
tutto stiracchiato.
se non ci fosse stato
il portinaio a darmi
una robusta
pacca sulla spalla
come benevolo
segno d'incoraggiamento
proprio mentre mi stavo
faticosamente rialzando
facendomi schiantare
con la fronte limpida greca
sulla maniglia in bronzo antichizzato
forse sarei uscito dall'ospedale
almeno una settimana in anticipo
sui cosiddetti tempi di degenza
o così sembrava farmi capire
il primario col suo sguardo
severo come un buon padre
di famiglia a cui abbiano sottratto
dalla bocca l'agognato osso.
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