Qual bisogno di capire
in questo tempo di silenzio
senza carezze sulle rughe
senza più la forza della terra
che seminava fiori a primavera .
ha tratti infantili l’anima
gioca sull’altare di una chiesa
e la sua messa a sfera d’infinito
si sorprende a germogliar poesia .
l’amore prega a piedi scalzi
con occhi dai tristi rimpianti
come chi ha smesso di aspettare
e d’istinto guarda verso il mare.
il doloroso veliero di pietra
all’orizzonte non fa una piega
ha fissa dimora deformata
su una spiaggia con le spoglie
di un inverno senza più voglie.
l’infinito pensiero partorisce bellezza
esplode in fuoco di tenerezza
a corpo teso nel perdono
evasa la gabbia che non muta
quando la paura non ha nessun suono
e il pianto ha il tempo di una rosa.
eppure fosti fatto di stelle
e il cosmo rivestiva la tua pelle
uomo dal vivere l’angoscia folle
malgrado il sogno dove il nulla scorre.
ahimè qual enorme talento
è avere la morte nel destino
prezzo alto da pagare senza dubbio
per un’eternità che ha smarrito il cammino.
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