I passi giacciono rumorosi,
non si scrollano della strada.
azzardano un fremito d’euforia,
inseguono gli sguardi alti.
non c’è spazio per i ricordi
e le persiane restano scrostate,
il sorriso di cielo della piazza,
i necrologi pesanti sanpietrini
s’azzuffano amari e volitivi.
c’è una lama insolente di lago
che trascina in basso,
indosso Armani nella vetrina
e l’odore di cibo è impaziente.
di lei annuso la scia dei capelli,
un monile pesante sul suo seno
che sobbalza e cerca aria,
e lo sguardo cieco vaga
sui portoni, un sorriso triste
sulla curva delle labbra
che incollerei alle mie.
i passi sono occhi dormienti,
sobbalzano tra i vuoti androni,
non c’è spazio per i ricordi
e le persiane restano murate.
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