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Pubblicata il 17/09/2001
Quanto tempo passò
che non sedevo a cavallo del vento
tra terra e cielo,
contemplando, nel passaggio desolato,
la nudità di questo colle.

Allora incantato
correvo ad inspirare dall’erba
il piacere di rinascere
ad un’esistenza precedente.

E santo questo cielo e questo verde
m’appariva.

Con gli alberi e col vento
mi credevo fratello
e confidavo alle terre distese le mie pene.

Nel vecchio indiano
veneravo un padre, un maestro silente
e mi sentivo dalla sua ombra
amato e benedetto.

Oggi , che dentro me,
ad albeggiare è nato un nuovo cielo
vedo una ragione oscura
, come un filo continuo,
che mi lega a quella che pensai
insensata e contraddetta
esistenza terrena,

“come un bozzolo che muore
e sorge a nuova vita”

(Carlo)

Alex.B2
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