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Pubblicata il 17/09/2001
Fu prima sull’uscio che voltandomi

ebbi la sensazione di conoscerti

mentre uno sporgersi tumultuoso
di piccole teste
volevano sollevarsi le une sulle altre,
per vederti accompagnato in quel tuo ultimo saluto
dalla pallida Maestra scarna.

Tutto intorno vestiva di fiori ridenti
che tu stesso morendo, avevi sbocciato.
m’appariva d’incanto quel loro affettuoso saluto
, come un’irruzione d’infanzia,
un incanto suono
che dai canti dilegua,
e sgorga e stilla in un’enfasi d’infinito amore.

Non occhio , ma vista
Non cornice , ma mosaico
composto da mille preziosi tasselli,
così per noi quel tuo intimo dono

la tua vita.

A poco a poco , la tua presenza
prendeva amore all’agonia del pianto
e nasceva nell’animo una speranza,
ove il pensiero degli umani è spento,
di rivederci ancora lì,
dove adesso il tuo animo spoglio,
sotto il nido della dolce Mamma

s’addorme

Alex.B2

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