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Pubblicata il 06/08/2013
Come me
come te
come noi

gli stendardi nel vento della Discordia

credi in me
non in te
solo in noi

con il fuoco
se vuoi
servire la Fede

libero nelle città del sole
fuggiva il mio pensiero
oltre la cortina nera dei roghi di Montségur

“Sono io la Verità”
cantava
sotto un cielo spento,
ma credere alle sue parole non è più possibile

dov’era la sua pietà a Tolosa?
rispondimi, fratello!
forse sotto il tallone di Simon de Monfort?

non c’è più una Verità, fratello,
sotto un cielo spento
e credere alle sue parole non è più possibile

come me
come te
come noi

gli stendardi nel vento della Discordia

credi in me
non in te
solo in noi

con il fuoco
se vuoi
servire la Fede
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Seducente graziosità!

il 07/08/2013 alle 01:41

Immagino una musica celtica che accompagna i tuoi bei versi. patty

il 07/08/2013 alle 07:13

splendida la chiusa,un saluto

il 07/08/2013 alle 15:06

splendida la chiusa,un saluto

il 07/08/2013 alle 15:06

Bei versi in un inno in nome della fede,Ciao

il 08/08/2013 alle 10:22

Grazie, Angelica. Questa canzone, più che altro, vorrebbe manifestare lo sgomento verso tutte quelle scelleratezze compiute in nome della fede. La crociata contro gli albigesi rasentò il genocidio. Un enorme rogo che quasi obliterava una cultura che, in alcuni aspetti, era arrivata ad attribuire valore alla pura essenza dell'uomo(la "scintilla"); di conseguenza, senza discriminare per razza, sesso o colore. Un atteggiamento che dir rivoluzionario è poco, considerando l'epoca. Per inciso, questa Cultura, sopravvive, paludata, nelle arie dei trovatori provenzali.

il 08/08/2013 alle 20:08