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Pubblicata il 30/07/2013
Non è poesia dannata
per i prati, resoconti di passaggi
a vuoto e tremori sbucciati.

e' la lisca che mai hai
raccolto, inerte nel bagliore
di un fregio ammainato.

fra bendaggi e garofani
spenti, il solco leonino di
quanti hanno amato e perduto,
si mescola all'agave degli
intessuti miraggi.

per quello che vale, piove
ancora sulla lira scordata,
sul capitello orlato di fresco,
di smielati e succinti
copricapi.

continuo a fremere
sulle grotte dei gufi,
tra gli stendardi annacquati
della sera, volto alle placche
di una luna troppa assente,
per tenerne il ciglio unito.
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bella specie il passaggio della lira scordata,sei grande un saluto

il 30/07/2013 alle 16:58

grazie gpaol, tanti saluti, francesco

il 30/07/2013 alle 17:48

Un grande lucido riflesso è Questo!

il 31/07/2013 alle 15:21

grazie sir per l'audace stima...a presto, fra

il 31/07/2013 alle 18:18