Oggi ho conosciuto
un raccoglitore di ginestra
dalle mani forti e legnose
la camminata veloce
porta a schiena il suo canestro,
pieno di ricordi sordi di vita.
oggi ho visto nei suoi occhi
lo sgomento della terra
quando si mischia con la carne
di un uomo che cade per mano violenta.
fuoco fuori di noi, veleno dentro per mascherare
l'odio primizio di un popolo
trattenuto, arretrato, fermato
volutamente manipolato
dal padrone e barone, dal mafioso arruffone.
ginestra ci vuole e tanta per rigenerare
la nostra ripetuta, afflitta, tragedia,
ginestra come una frusta per punire
la vita perduta, caduta in una strada
di notte, freddo alle ossa
quei fremiti che lo accompagnarono
il mio raccoglitore, quella sera raccolse
la vita caduta. Aiutò lo sgomento
a fare da paravento e di una ginestra
si profumò le mani che ancora
pesanti si fanno e si maledicono
per l'orrore strappato come un fiore
per niente profumato.
non c'è strada nascosta
né amico lontano
né segreto di cuore
che possa nascondere la solitudine
della ginestra strappata all'amore della terra.
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