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Pubblicata il 29/04/2013
Bellerofonte 2.0

ma è necessario andare oltre,
immergersi in questo intino ancestrale sentire,
per trovarne la radice, la fonte, il respiro,
e immergendoci scopriremo
che non abbiamo termini coniati per circoscrivere una emozione
nuova un sentimento profondo e sconvolgente
che si muove e trova posto tra le colonne portanti dell'essere.
non esiste nell'anima un afflato il quale riesce a contenere tutto questo
che abbiamo scoperto invece essere e imperversare,
dettare le sue regole alla ragione allo spirito e ai sensi,
alle promessa fatte e mantenute seppure addentate
come il morso per un Ippogrifo che è un ben esile freno
per la bellezza e la potenza di un destriero capace di librare e librarsi
al di la dell'intenzione e della capacità del cavaliere
ignaro ed inconscio della cavalcatura che, non doma,
lo sorregge e sostenta tra le volte infinite dei cieli
e sopra i baratri tenebrosi della pochezza dell'animo comune
che lo condannerebbe anche solo per l’ipotesi d’avere un nome.
come un destriero alato il nostro arcione ci incute forza e timore
e rende capaci di affrontare le illusioni
di un conosciuto senso e di una terrena passione ,
e solo restandone saldamente aggrappati
ci trarrà da questa tormentata sfida,
ma il monito sarà scritto col sangue nostro:
mai abbandonare la presa sulla criniera di Pegaso
per rincorrere le chimere, che suadenti e promettenti ci traggono.
solo il sogno nostro ascoso e introvabile ad altri
ci rende diversi e precisi da ogni altro sentire sentito prima.
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una bella faticata ma ne e' valsa la pena ,salutoni

il 29/04/2013 alle 09:39

Dalla mitologia greca un'altra sublime descrizione, Complimenti e cari saluti,patty

il 29/04/2013 alle 11:42

Letta con l'interesse acuto di chi vi trova l'ampia saggezza della mente e del cuore innamorato delle illusioni per non vederle svanire. Pensieri profondi che cavalcano creature mitologiche insaziabili della nostra curiosità da studenti che non hanno rinunciato a quell'età d'oro in cui gli uomini erano anch'essi dei, troppo superbi. Complimenti.

il 29/04/2013 alle 11:50

E' complessa e non si può ridurla ad un mero esercizio di ripresa di protagonisti mitologici, anch'essi più complessi di quanto la comune idea faccia sembrare. Uno scritto sull'animo umano, sull'emozione e il sentimento, sull'illusione e la passione. Sentimenti ed emozioni come ciò che alberga nell'animo umano sono ciò che compongono l'essere umano nel suo profondo, creatura che pur dotata di grande razionalità è preda e spesso in balia delle sue pulsioni, oso dire che la stessa ragione sia frutto di pulsioni ma non mi sbilancio troppo su questo. Già fai notare un argomento interessante, come tradurre tutto l'amplesso emotivo con le parole, davvero un' emozione per sua natura portata alla libertà e alla non vincolatività può essere ingabbiata in un'espressione, e se sì, lo è completamente? Un problema ostico che viene presto lasciato nel dubbio dall'autore, portato comunque a credere che sia impossibile coniare termini che equivalgano in forza ed intensità al'emozione. Si passa poi al tema delle illusioni e delle passioni, la ripresa delle creature mitologiche e fantastiche l'Ippogrifo(potevi anche farne una sul Grifone e la Sfinge tanto per completare il genere) l'apice dell'eleganza e della bellezza la potenza e il desiderio di librarsi in alto nell'uomo e vedere incontrastata la sua supremazia al fine di vedere soddisfatta un'emozione che non sia legata semplicemente a cose terrene. Tuttavia c'è un ribaltamento, o forse ho male compreso io, l'importanza di non perdersi alla rincorsa delle chimere delle fantasie delle passioni perchè seppur garantendo all'uomo di arrivare lontano solleticando il suo istinto a scoprire e a prevalere possono anche farlo precipitare nel baratro della miseria. Quindi un sogno da preservare per sè che non diventi ossessione. Il testo caro Sergio è complesso e io non l'ho interpretato fino in fondo, e magari quel mio poco non si lega al tuo scopo, però detto ciò è molto bello, e pregno di significati. Ti abbraccio, grazie del bel testo, su cui rifletterò ancor,a ciao, Andrea^^

il 29/04/2013 alle 15:57

Scusa la lunghezza

il 29/04/2013 alle 15:57

gpaolocci non lo so se meravgliarmi o preoccuparmi per la fatica che hai dovuto affrontare nella lettura di questi versi scritti tutto sommato di getto, ma forse aggrovigliati assai, ma sono lito che reputi che ne sia valsa la pena.Grazie, sergio

il 30/04/2013 alle 05:50

Patty/Atena, che dalla mitologia hai tratto il modo in cui essere chiamata, il tuo Avatar , sono contento del tuo passagio e del tuo apprezzamento. Sergio

il 30/04/2013 alle 05:53

Deciomassimimo Sfidare e vincere Chimera, e poi venire disarcionato per colpa di un tafano, un bell'escursus per noi semidei troppo superbi per l'olimpo e fore pure per il più ragiungibile Parnaso. Usare la saggezza per non vedere perse le proprie illusioni, di cui si è perdutamente innamorati, ed usare la curisità di studenti per cavalcare il mito dell'età dell'oro classico, hai circoscritto perfettamente l'abito dei miei versi in una lettura, come sempre attenta e partecipe di cui ti ringrazio. sergio

il 30/04/2013 alle 06:04

caro Zordoz ti devi meravigliare come meragliosa e' la tua poesia ,un salutone

il 30/04/2013 alle 19:27

Caro andrea, è ostico il derimere la parafrasi di ogni scritto, ogni lettura ed ogni lettore devono per forza e per fortuna, aggiungo io, prestare il proprio vissuto e la propopria concezione delle cose a quella che diviene la interpretazione e l'interiorizzazione, dalle quale sortisce una sorta di partogenesi dei versi ed uso esclusivo ed originale tanto che a ben dire ogni lettore ha la sua poesia dalla stessa letta da ciascuno. La tua di lettura di questi versi è assai articolata e profonda e non poterbbe essere altrimenti da come ho imparto a conoscere il tuo modo di accostarti al'opera di ciascuno ed alle considerazioni argute e precise che lasci in calce, arricchendo oltremodo lo scritto ed il dialogo con l'autore e innalzando notevolmente la qualità degli scambi tra autori di cui si giova tutto il portale Ph, affiancando a questa dialettica costruttiva la tua propria produzione variegata e originale che spazia tra stili e argomenti lessici e riferimenti da lasciare impressionati per qualità e quantità. Perdona questo mio soffermarmi su questi argomenti ma mi andava di puntulizzare la gratitudine ed il merito che ti riconosco e del quale non è possibile non apprezzarne il competente contributo. Detto questo rileggendo i miei di versi mi rendo conto che è più quello che è restato nella penna, simbolica, che quello che sono riuscito a dire ed a indicare , l'uso della metafora mitologica ha nella chimera sconfitta da bellerofonte che poi venne punito per la propria tracotanza, con l'invio di un misero tafano dagli daei dei quali insidiava il primato, dicevo ha in qusto doppio significato di successo sconfitta il meccanismo sul quali mi sono focalizzato, nella prima parte invece la chiave di lettura che ha titolo quel 2.0 di chiara indicazione informatica, la focalizzazione e su come a nuovi strumenti non possono che corrispondere nuovi stilemi di emozioni di fellings e perchè no di sentimenti dai più nobili ai più terreni, che è complesso arcriver in termini che in questa ottica appaiono desueti ed anacronistici, no ? grazie per il bel commento. sergio

il 01/05/2013 alle 06:15

Grazie di nuovo e assai per le tue lusinghiere parole Gpaolocci. sergio

il 01/05/2013 alle 06:25

Dioniso cavalca la belva senza esserne dilaniato... piaciuta... ;)

il 02/11/2013 alle 17:46

La mitologia non cessa, Gioiapura, di esercitare il suo fascino narrativo e metaforico.. Grazei per la lettura, sergio

il 05/11/2013 alle 06:03