Sei come un giglio che manca in primavera. Sei la mia ala spezzata. Chiudo gli occhi e immagino di toccarti. Proprio ora sto toccando la tua voce. Ma come posso farti sentire la mia se prima non ti butti ad occhi chiusi nel mio cuore? Vorrei che mi entrassi nello stomaco e smettessi di uscirmi dagli occhi. Sei salato e non voglio più solo lacrime a toccarmi la bocca. Sei un dolore che ha creato dipendenza. Sei un gabbiano che muore nell’oceano senza aver mai toccato terra.