S’avverte tutto
tra queste pareti fragili
partendo dal coccige
e percorrendo i tragitti usuali
mano nella mano
piedi nello zainetto
gote in composta
nello sciroppo d’acero
o nell’acerbo cervo
mi scuseranno il pasticcio
e l’insalata di riso
siamo qui con i microfoni
e le macrocamere
ad impulsi esistenziali
un giro panoramico
a 360 gradi sottozero
un’altra giravolta
con il lentino da professionista
e con un balzo
un volo obliquo
una sterzatina sdrucciola
ed eccoci sul lungocolle
incastonato di pigne
butterato di mercanzie
fuggire dai cestini trasparenti
e dai centrini all’uncinetto
non è così facile
ce n’est pas très facile
come deglutire un cocomero
o cacare una radiosveglia
certo faremo quanto promesso
stabilito e concordato
dalle vigenti norme in fatto di materia
abnorme o striminzita rispetto a quanto
s’era agognato nell’età di mezzo
mentre si spartiva e si partiva
mi scuseranno i cannelloni al forno
e le orecchiette alle cime di rapa
per destinazioni ignote
con l’arroganza della giovinezza
la casacca sdrucita
ed i permessi scritti a mano
dal capomastro del villaggio
a volte sotto i capitelli
altre sotto le coltri del letto
siamo ancora nell’era errabonda
mi si conceda il cornetto alla nocciola
l’era dei cromotopastri
a caccia degli atomi elusi
certo faremo volentieri a meno
del suggeritore ameno
perdonatemi la caponata di sfuggita
siamo stati voluti
con la costanza dei riproduttori
e tenuti in serbo ad ammuffire
così impegnate le nostre
povere menti al banco
incancrenito dei pegni
è finita la grigliata di sogni
per amore lealtà amicizia
o anche soltanto perchè
mancano poche righe
uno spazio sempre più esiguo
il notiziario costantemente aggiornato
una rotativa ancora in garanzia
ed alcuni marchi di fabbrica
da esibire in copia multipla
e scusatemi il timballo di patate.
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