Credo che sia una affermazione del tormento dell'anima che si lega alla domanda del titolo. E' una confessione personale che vuole travalicare i confini della solitudine, ma c'è la superba conclusione a ricordare la violenza della vita. Complimenti.
ringrazio patty e marinella che non mancano mai di commentarmi in modo dolce ma fermo, elegante e sereno..grazie! grazie mille a ugomas.. sono felice che ti sia piaciuta! e un grazie a Deciomassimo che ha colto perfettamente il messaggio delle mie parole e l'ha descritto in modo sublime! un bacio forte forte a tutti! francesca
aggiungerei alle parole di Decio, una superba conclusione a ricordare la violenza della vita e il suo essere finta ingannevole e fragile...questo sento di dirlo poichè parli di muri di plastica e non di pietra...ma magari è una mia sfumatura di pensiero...però nulla toglie che è un testo notevole, pieno di forza, una forza insita nell'animo che combatte con l'incertezza e la crude realtà che si figura innanzi ad esso...adoro la terza riga e le ultime due... ciao cara franci...andrea^^
hai colto perfettamente il mio pensiero... andrea! ti abbraccio! a presto! francesca!!!:)
Il profumo acre e forte di quel sangue...è pure la terrazza dalla quale leggere questo tuo scritto come sempre onirico fotogramma di una realtà ben desta!
Non sempre la vita si presenta come è stata immaginata, anzi quasi mai. Lorenzo
me ne sono accorta, lorenzo, ma mai, ancora, la realtà è riuscita a superare la mia fervida immaginazione.. questo è il punto.. appunto. a presto frida