PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 21/01/2013
Persa per sempre,
senza presa,
ma mai resa,
per poterti avere ancora
sul confine incerto
di una realtà friabile,
che sdrucciolando
lascia spazi
delicati e fragili
all’effimero infinito
di sogno
appena iniziato.

Curo
inguaribili speranze,
con emozioni ossidabili
conservate
in scatole di latta serigrafata.
Cardo
nodi di irritata inquietudine,
con una mattanza di sensazioni
mai senza conseguenza.

Pensieri suggeriti
dall’assenza,
da bisogni in conflitto,
discrasie
arrangiate
in attesa
di confronto.
Ti avvicini e mi lascio travolgere,
sconvolgere
in ogni senso.
In un angolo di mondo
tra due porte chiuse a chiave,
travi e tabasco,
furto di minuti al tempo,
frutto di ostinata ossessione
ironicamente assorta
tra strali d’amore.

Parlami
a fil di labbra,
senza muovere l’aria,
stringimi
ancora e ancora,
senza fare rumore,
che non ci sentano
fare l’amore
sul freddo del pavimento
tra lenzuola di vento.

Un volo sospeso,
equilibrato,
aggraziato.
Un immobile planare
il Tuo stare
su di me,
con i Tuoi fianchi
bianchi
ondeggianti
appoggiati ai miei.
Labile
scivola
l’instabile
memoria
dimentica dei recenti tagli
ancora aperti.
Graffi sul viso
disinfettati
con due gocce di profumo,
dolori lancinanti
leniti da un solo sorriso.
Magia e smarrimento.
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A un certo punto ho sentito dei brividi leggendola. Molto bella!

il 22/01/2013 alle 04:21