Sale dalle nebbie della notte
la luce pallida d’un mattino
sospeso tra filari di pensieri
che del buio sono stati figli.
Sapessi ora dove lo sguardo
può il suo limite raggiungere,
tutto l’impigliarsi dei sogni
al reticolo dei ragni capirei.
Non mi risveglierei mosca,
frenato nel sentirmi umano,
e di questa trasformazione
il saper volare apprezzerei.
Ma il mattino mi circonda,
come un sudario s’arrotola
alle cinghie del mio vivere
e il guardar ora s’annebbia.
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