Ma come era potuto succedere che in quel bagno tutto ad un tratto si fosse aperta una porta dove non esisteva più il vuoto. Le pareti colorate profumavano di pittura ad olio e Cosimo incominciò a desiderare d'uscire, d'evadere e di andare in cerca di quella fanciulla che ormai era entrata nel suo cuore. Si sentì improvvisamente forte, leggero, gli sembrava di volare verso l'alto. Guardò in basso e vide il pavimento nella sua interezza come se stesse guardando da un lucernaio, ma con grande sorpresa, si rese conto che i piedi non poggiavano per terra ma stavano attaccati al soffitto, il lavandino era diventato piccolo e lontano e nello specchio s'intravedeva una macchia scura che sembrava un gatto. Un gatto che miagolava... come miagolava?. " Ma sono io che miagolo!.." Ebbe paura, una paura diversa da quella di sempre, pian piano si ricordò che aveva tanto desiderato proprio questo, diventare un gatto. Pensò che tutto era avvenuto così semplicemente, mentre iniziava a sentirsi più forte, "Che dirò a mia madre quando vedrà che il gatto che circola per casa sono io? Si vergognerà di me e mi chiuderà a chiave nella stanza ". Questo pensiero lo sconvolgeva. Ma una voce interiore lo spingeva a non temere, si era realizzato un suo desiderio. Perchè aver paura?. Si osservò allo specchio, un battuffolo nero grigio, si riconobbe.. gli occhi erano i suoi e le orecchie erano ricoperte da un vello morbido... sollevò le braccia e si rese conto che ciò che sollevava erano zampe con artigli aguzzi che graffiavano il muro, mentre dietro la schiena una coda si muoveva allegramente. Spiccò un balzo e cadde leggero sul pavimento, corse veloce dentro la stanza, passò dietro il lavandino e con un salto si trovò sopra il bidet. Che meraviglia! non sentiva fatica , sarebbe potuto
salire sui tetti e lanciarsi senza farsi del male.,
Cosimo III parte
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