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Pubblicata il 18/11/2012
Di notte, quando l'insonnia lo pungeva come aghi conficati nel costato, avrebbe desiderato essere un gatto, silenzioso con i suoi passi felpati e... sognava di saltare sui tetti per girovagare al buio nelle strade, entrare nei cortili e salire sulle finestre per curiosare nelle case e andare in cerca di lei per vederla.. All'idea il sangue gli gonfiava le vene e gli sembrava che al loro interno si muovessero nugoli d'insetti alati , forse api tanto le sentiva pungergli la pelle fino a farlo impazzire." Piccole torturatrici, mi perseguitate da sempre! perchè? è stata sicuramente mia madre a riversarvi nel mio torrente sanguigno, magari appena nato". Così diceva e la immaginava mentre proferiva quelle maledette parole :"Tienile! sono per te .. ti terranno compagnia e chissà che non facciano anche miele!" Quale miele! solo amarezze, anni di dolore e di notti interminabili in quel letto. Una malattia che lo stava lentamente divorando. Era nelle notti che si consumava la sua esistenza di dolore. Ma ora c'era lei, la fanciulla dagli occhi di cielo che gli faceva compagnia in quella stanza dove tutto era immobile come l'aria stagnante. La notte fuggiva in bagno quando la madre dormiva e lì in quello spazio infinito le immagini di fanciulle celestiali si moltiplicavano. Intanto le sue tele si riempivano di colori luminosi, brillanti, colori del cielo nelle varie sfumature; dipinse una volta un gallo con un piumaggio variegato, dal rosso al giallo al verde al rosa, accostando i colori in maniera armoniosa tanto da esprimere calore e felicità. Un gallo dal cipiglio regale che mostrava quella sicurezza che Cosimo non riusciva a tirare fuori nella realtà.
Le sue nature morte pareva vivessero, la frutta secca danzava attorno alla caraffa e rideva abbracciata alle arance dorate; due barche ormeggiate sulla riva del mare azzurro assomigliavano a due amanti in estasi, tutto prendeva vita, tutto trasmetteva serenità. In cambio di una tela e dei colori, donava le sue opere, felice di sapere che piacevano.Tutto il rione possedeva i suoi quadri. Produceva e rivestiva la parete del bagno con le sue tele ad olio, appese ad asciugare. Ma come era potuto succedere che in quel bagno tutto ad un tratto si fosse aperta una porta dove non esisteva più il vuoto?

COSIMO. II parte
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..Cara ninetta,
ho letto il tuo brano, e, in verità, sono rimasto un po' perplesso perché non riuscivo a ricordare di averti letto in prosa...Poi ho visto Cosimo II e mi son detto: dov'è che ho perso la prima parte? Stavo accingendomi a cercarla nel tuo archivio quando l'ho vista nella stessa pagina....Che mamma questa di Cosimo, tutta il contrario della mamma dell'altro Cosimo, quello di Calvino....
Anche se non sono abituato a leggerti così devo dire che il racconto è molto bello...Continuerà?...

Un abbraccio,
rom.

il 18/11/2012 alle 22:10

Si, se lo permetteranno..
è una storia vera anche se romanzata.Esistono comunque delle persone che impediscono ai figli di crescere, sono iperprotettive.In questo caso si trattava di un giovane che soffriva di una malattia psichiatrica .L'ambiente familiare non era certamente idoneo al suo recupero... per un breve periodo divenne un artista strabiliante...ho anch'io qualche sua opera.

il 18/11/2012 alle 22:21

Grazie caro rom.Cosimo è un nome molto comune da noi..
un abbraccio
ninetta

il 18/11/2012 alle 22:24

Mi piace il tuo racconto……….aspetto la conclusione per un commento complessivo.
A presto
eos

il 19/11/2012 alle 10:07

Molto ironico, spiritoso e ben scritto.
Brava.
Un saluto cara.

il 19/11/2012 alle 13:07