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Pubblicata il 13/11/2012
I vecchi del mio paese

sostano su panchine sverniciate

dipanando gomitoli di memorie

che risuonano come carte di caramelle

ripiegate nel taschino.

I vecchi del mio paese

raccontano storie infinite,

all’ultimo raggio del giorno

che ascolta con stupore di bimbo.

Sanno mutare i loro volti di pergamena

in fisarmoniche sognanti

che si accendono ad un cenno di saluto.

Amano narrare di tesori nascosti

sotto le “chianche” dell’antica piazza,

levigate da puledri in disuso.

E a sera

recitando giaculatorie sconnesse

si affidano ad uno scampolo di tempo

ormai liso come il loro bastone.

Come scolari li conto ad uno ad uno:

che non se ne perda nessuno

inseguendo il residuo di un sogno!

20/10/1987
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Bellissima fotografia colma di verità e saggezza.
Complimenti

il 13/11/2012 alle 09:25

..cara Annysea,
che dire un quadro stupendo....
però voglio leggere tue cose nuove....

Sto cercando degli aggettivi .....

Un abbraccio,
rom.

il 13/11/2012 alle 10:54

Come “dipingi” tu quadri che sembrano vivi, svolgersi sotto gli occhi, mentre si legge, nessuno!
Sembra di vederli, malinconici “puledri in disuso”…e viene davvero voglia di abbracciarli, “uno ad uno” per la tenerezza che suscitano i tuoi versi..
Bravissima Maestro!
Baci
eos

il 13/11/2012 alle 18:47

com'è affettuosa questa tua, sì spero che la poesia sia anche questo ricordare e perdonare, ciao da rich.

il 13/11/2012 alle 19:15

Stupendamente bella... da incorniciare. Mi ha commosso fabio

il 14/11/2012 alle 12:39

Mi piace come scrivi e quello che scrivi,
un quadro perfetto che trovi
solo nei paesi dove si conoscono quasi tutti
gli abitanti si stimano e si rispettano
con bontà e sincerità.
Buon fine settimana Anna

Marygiò

il 17/11/2012 alle 10:52