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Pubblicata il 01/11/2002
Svetto sul Pizzo e miro
il cauto fiorir di cime
dalla foschìa di perla.

Ne sono ebbro signore!

M'involo da questo eccelso,
racchiuso d'orrido,
sull'ali del dorato albedo
chè non regge il rombo
del mio cuore anelo.

Squassa il calcare fesso
lo slancio del pensiero
sull'orma precipite
del poiana atroce.

Oh, no! Non chiedere
perchè m'inerto.
E' il tumulto dei sensi,
a te vicino,
l'unico paragone.
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