Triste. Molto triste…
sentirsi sdoppiati e perdere il collegamento con se stessi è una delle più brutte sensazioni che si possano
provare, guardarsi vivere e non trovare più il senso di nulla, non essere sicuri di niente…come convivere con un estraneo che tra l’altro scoccia non poco( eufemismo) .
Eppure, quanta tenerezza in quella domanda a te stesso, malgrado la durezza di quel “mi ripugni”…
Credo che la strada che vi porti a incontrarvi, te e Andrea, sia ancora lunga…ma il sentiero è tracciato, anche se impervio e tutto in salita.
Bellissima la poesia! Ma mi dispiace la sofferenza che sento reale.
Ti abbraccio
eos
il desiderio di staccarsi da se stessi...come ti capisco....ma il calice è nostro e solo nostro, ed anche se ci annienta non possiamo fare altro che berlo
come una confessione, per questo molto bella e coraggiosa
aspetta, aspetta...scavo scavo...
si son io....
occhio acuto il tuo, indubbiamente...
ciao reb,
t'abbraccio
Andre
La dissociazione se intelletualmente praticata si rivela il giusto mezzo per sondare le tracce di sè, in se stessi...
perdona questa frase dal gusto aforistico, in realtà ben concordo con te il distaccarsi da sè è una brutta sensazione ma forse per me almeno è modo per chiarire le ombre del mio pensiero...
ombre che magari come emerge in questo scritto nascondevano un vuoto o altro ancora(ma sono altri scritti).
Credo che il mezzo d'unione tra me e me sia la poesia, la scrittura stessa...nella scrittura tutto è chairo nessuna ipocrisia della voce del tono narrativo...e poichè a scrivere sono io stesso, mi è più facile scoprire una possibile menzogna...
Per risollevrati...non ho trovato sofferenza, al contrario per come l'ho vissuta, ho trovato consapevolezza.
Ti abbraccio forte eos cara,
sempre bello parlare con te
Andrea.
berlo fino a comprendere che in realtà il distacco è impossibile e che solo è un'illusione di cui ci vogliamo rendere conto e al tempo medisimo disconoscere come tale...
grazie arthur per la tua considerazione e per il tuo prezioso intervento,
Andrea.
I versi sono molto belli .Per deformazione professionale nei tuoi versi è evidente la scissione dell'io, Andrea che parla al suo Andrea speculare, un gioco poetico per far leggere la sofferenza che crea il vuoto ed il desiderio di volerne venire fuori.Una scissione che è un meccanismo arcaico che tende a non tollerare la componente contraddittoria della realtà affettiva, mirata alla ricerca di relazioni "buone", gratificanti, senza far scoraggiare l'individuo di fronte ad esperienze frustranti. La scissione è un meccanismo di difesa con una funzione adattiva.
bravo Andrea
un abbraccio
ninetta
Moto colpito dalla tua nalisi psicologica del testo...
analisi particolarmente apprezzata la tua cara ninetta...
hai saputo cogliere un aspetto particolare del testo, e ne sono felice...
ciao
ti abbraccio
Andrea.