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Pubblicata il 28/09/2012
della parola non so più dire: neppur mi oso, sì piccolo, trovarmi.
ed il ruolo dico, il ruolo!
in questa cosmica commedia
vano pulviscolo senza motivo.
cosa stringere per non turbinare nell'avvolgente nulla?
dove sbattere per sentir vita sgorgare dalle vene!
quali direzioni, qui nel vento, per volare?
ironico il mio rovello: senz'ali concepito
eppur m'affanno:il mio luogo è qui, ed ora!
nulla si può fare per decidere:
ciò che si è, tanto basta.
anche se miseri si pare
e qui un erto muro dicono ci affossi:
inutili gli sguardi oltre la siepe:
è nell'incerto brodo che rimesto
e ciò mi basti: esser contento
di questo magma incandescente;
nel scendere le scale farsi lesto
e risparmiarsi il torto di subire:
mai più nell'imbrunire, fidarsi dello scoglio,
lasciarsi affogare in questo mare!
ciò mi basti: di essere me stesso e poco altro

due amici un tetto e dei vicini
la madre, il padre ormai non vivo.
incertamente morto: così mi sento adesso
le nuvole diluviano più spesso
d'altronde è tutto un decadere:
di donne, di vomito nel cesso
non più mi sgolo per le strade
con l'esercito nottambulo
deambulo da solo in questo buio.
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Si può sempre migliorare:ma non credo che devono essere gli altri a cambiare il tuo tanore di vita.Se hai altri desideri in questa epoca c'è tutto quello che si desidera.Un saluto eclisse.

il 03/10/2012 alle 17:16