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Pubblicata il 18/09/2012
Impuro, quanto enigmatica creazione,
languisco e discerno il mio ego in ragionevole estasi.
Evocarti rafforzi l'istinto rasserenandone il mero abbandono.
Solo, ragionevolmente in metamorfosi,
traspara, in fecondo amor pudico ardir,
placati sensi, inermi in meditato soffermarsi
ad azioni compite e decantate risvegli il fato in disperse anime.
Rivedo, l'essere che mai soggiacque al funesto presagir, quanto crepuscoli di luce ombreggino in aneliti di vita destandone lacrimevole sconforto.
Ricordi, non flebili speranze, ma certezze vive ove mente e spirito accorino voluttuose l'un per l'altra e con mano protesa attendo che amor invada il mio cor.
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