PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 15/09/2012
Prima parte

Puntuale, suona
la sveglia e,
come una molla
del flipper ti lancia
con incosciente balzo,
verso la stazione.
Che tepore,
la stazione di mattina,
ti par di conoscere tutti;
ma non conosci nessuno.
Vite che passano
si intrecciano
e sgusciano come anguille
davanti al tabellone
che annuncia un ritardo,
oppure un arrivo.
Binario

liscia assonnata attesa,
orecchio teso;
no è un altro treno
Pfiuu...
cavolo ora è proprio il mio,
cambio repentino di binario.
Salgo sul treno,
docile
con i suoi odori:
un bambino urla
crogioli di lingue colori e calori
sputi,
profumi rubati
ad una passante imbellettata,
litigi,
amori strazianti
urlati al telefono,
genitori che salutano un figlio
occhi in lacrime.
Un uomo piazza la valigia,
le mie gambe incastrate,
il tizio con il Citar
(ma forse è una chitarrra africana..mah)
non sa dove metterlo.
La scolaresca e la più temuta.
Qualche parola
con qualche compagno di viaggio.
Arrivo a destinazione.
Quante cose ho visto,
il libro letto con l'orecchio in corridoio
Ora son pronto per lavorare
(non sempre).

Intervallo

Entro a lavoro:
Certo che buffo tizio,
gentile la signora che cantava in senegalese
se non avesse sputato ogni tre secondi.
Ma ecco che
Il treno sparisce,
ecco la frenesia del lavoro.
Monta lo stress:
Incomprensioni
Tensioni
I numeri
I conti che non tornano mai
Le tasse
La tosse del collega
Se me la attacca.
Domenica non mi posso ammalare.
Orologio che batte le ore,
ben che se ne dica
anche al peggio c'è una fine
o
almeno una pausa.

Seconda parte

Schizzo verso la stazione:
devo fuggire da questa frenesia.
Salgo sul treno,
non noto nulla
non è l'atmosfera della mattina.
La mia testa è ancora sulla scrivania
Il dondolio però mi culla,
dolce.
Inizio a sentire una voce;
ehi ma è pieno di gente,
cosa e questo biglietto?
Ah, il solito che chiede soldi,
all'andata oggi non l'ho visto.
Quasi mi mancava,
fa parte del clima...anche della profumazione direi!
Eau de train!
Bada, quello stamani era rilassato
che gli avran fatto?
Ah ciao, giornata dura eh
due chiacchiere.
Ma davvero sono andato a lavoro?
Eccoci finalmente arrivati.
Prendo la macchina
mi dirigo verso casa.
Sono pronto ad abbracciar le mie donne!

Finale

Quel soave cuscino
che è il treno, con i suoi mille difetti
mi ha donato quel tanto che basta,
per metter via,
In un mondo parallelo,
quel che il lavoro addosso ti lascia!
  • Attualmente 3.5/5 meriti.
3,5/5 meriti (2 voti)

Il bello d'essere pendolari sono i paesaggi dai finestrini.
Bella la poesia,concordo con i versi finali.

il 15/09/2012 alle 15:00

E vero..ma ho voluto sottolineare il viaggio interiore..le sensazioni che provo..forse per questo la poesia ha tralaaciato l'esterno.
Grazie
Voce

il 16/09/2012 alle 01:31

gaiarda una giornata lavorativa di un pendolare con
titti gli annessi e connessi che perfettamente combaciano
manca solo che al ritorno la macchina faccia capricci SCHERZO un salutone e buona domenica

il 16/09/2012 alle 12:05

Hai colto nel segno...

il 16/09/2012 alle 14:07

come ti capisco... ma tu lo dici così bene.. che io non aggiungo altro! 6 una bella scoperta! a presto!

il 07/02/2013 alle 09:59

Grazie Frida, sarà reciprocamente bello incontrarsi nella nebulosamente chiara lingua dei versi.

il 07/02/2013 alle 11:43