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Pubblicata il 13/09/2012
Piovere del cielo;
acqua da quel niveo candore
che cela mistero di suoni.
Scroscio alla pietra;
dal freddo al freddo
su schiene nere di formiche.
Neppure il passare svelto del vento
cattura queste parole dette in privato
ma non così segrete.

Sgronda la fronda il fico;
sotto il pallore del pianto
un passero fuggiasco cerca rifugio.
Sapida l'aria al vetro appannato;
respira un volto in attesa del nulla
o del tutto che sembra non giungere.
Il percolare della goccia lenta alla spina del rovo
è il morire del cuore nell'istante di dolore
scambiato per secondo di gioia.

Piovere dell'uomo;
attesa in cucina non giunge l'ora
di settembre dal campanile.
Scroscio allo spirito;
dal tiepido al tiepido
su mani ferme a legno impolverato.
Forse il merlo che fischia al muro
conosce il pensiero perduto
che vive vestito di sogno.

A.G.
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Ciao Andrea.alle prime pioggie la tua poesia ha un suono melodioso.Un caro saluto Aldo.

il 13/09/2012 alle 20:11

ti ringrazio aldo,
un carissimo abbraccio,
Andrea.

il 14/09/2012 alle 18:04