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Pubblicata il 05/09/2012
Non approda lo sguardo ad isole di cielo;
là, nell'infinito covare della divina coscienza
nulla più appare che distese di grigia indiferrenza.
E nè il sibilo del vento,
nè il vociare del tuono,
nè l'improvvisare del lampo,
smuove il pensiero che di tutto il turbinare infinito
a noi non rimane che il piangere salato.

Così è, questo momento fuggente
che saluta lo splendere dell'imperiale stagione
e già par ricordare i lontani tremori d'autunno
e i corvi, volare alti oltre lo sguardo
in attimi lontani da queste mani.

Così è, quando Settembre spiove
inatteso e veloce come una folata fredda
che l'onda getta allo scoglio.
Ma ancora nel percolare grigio del cielo
si rinnova l'attesa di qualche ignoto avvenire.

A.G.
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bella, in particolare la prima strofa, ma tutto il tono è bello e dolcissimo

il 05/09/2012 alle 09:19

adoro settembre e cosa ne hai fatto delle negazioni atmosferiche della prima strofa, rich.

il 05/09/2012 alle 10:53

ti ringrazio arthur...
un caro saluto,
Andrea.

il 05/09/2012 alle 17:18

anche a me piace settembre, anche se ancor di più amo dicembre...
Grazie e ciao anto,
Andrea.

il 05/09/2012 alle 17:19

La mia mente si è persa per un istante nelle prime due righe...trasportata su "isole di cielo". Non l'ho letta .. l' ho vissuta mentalmente.Bella esperienza .Grazie.Un abbraccio. Cinzia

il 29/03/2015 alle 01:14

Grazie cara Cinzia per le tue dolci parole...ti abbraccio, andrea^^

il 29/03/2015 alle 19:26