Nell’attimo di bruma silente
in cui fiochi i passanti traspaiono a algidi lampioni
alita il lago odori d’anime ignote
per le vie nude e fredde d’umido nero.
Per il gabbiano sopra il silenzio della vita
è un gioco trovare la sorgente dell’angelico pianto.
Sbatte e schianta su chiuse finestre luminose;
luminose di nulla, luminose di rapimenti visivi.
E’ un inutile canto che cerca conforto
e non trova spazio familiare per piangere e sorridere.
Amanti d’ottone si baciano in segreto;
saturo il cielo non muove rumore,
saturo l’animo trasborda rancore,
saturo il tempo non cede le ore,
saturo il silenzio del grigio colore.
A.G.