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Pubblicata il 30/07/2012
Odora ottobre fanciullo dell'uva bruna,
il sottile filo dove sfuma lo sguardo
si dipinge di porpore e ori
frastagliati sulla bocca lacustre
che mormora luci tiepide.

Le colline, corolle di suoni d'aria,
s'accendono imbiondendo il prematuro tramonto
che l'estate aveva rapito avida.
Pare magico sogno il profumo della vita
e i ricordi son come le nuvole, bianco che sfuma.

Non ci son più preghiere alla Madonna del Carmine
eppure questi colori, queste luci parlano
e sperano ancora,
come me travolto dal tempo e di ciò ch'era.
Le colline ricordano volti che sorridevano.

L'ombra scura della lontana solitudine
ha reciso il fiori di campo che ornavano la strada,
e l'arida sterpaglia ha vestito le bianche vie.

Non resta un ciao, non resta un ma,
solo un addio ne amaro ne dolce, solo vuoto
che le bocche tacciono e gli occhi bisbigliano.

A.G.
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la malinconia trasuda dai versi e produce una sensazione strana, di dolce e triste incantamento...
un paesaggio arido, uguale al paesaggio interiore, dove cmq brilla la luce del ricordo.....malgrado lo neghi.
bellissima Andrea!
ti abbraccio
eos

il 30/07/2012 alle 18:15

non luce troppo sbrilluccicante però,
ciao eos e grazie dei tuoi commenti,
sempre belli e sempre graditi
Andrea.

il 30/07/2012 alle 23:43