di brividi trasalgo
e a piedi nudi scalo
pareti sbalzate a perpendicolo nel vuoto
Dita come artigli a scalfire la pietra
è un dirupo che pulsa come un cuore
in equilibrio instabile
raggrinzito dall’ansia di franare
in gola ingorda che rigurgita lingue
seccate da lamenti accartocciati
è insidia spalancata sul vago dominante
giù nel fondo
fino a toccare l’anima nel ventre
che di buio cancella ogni contorno
e disorientano
a sbaragliare quasi anche i pensieri
quegli echi viscerali senza tono
che cinici straripano l’abisso
potessi almeno dirti
< vedo il Cielo >
il Balzo lo farei senza incertezze.