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Pubblicata il 21/05/2012
Buccia di mela nel piatto d’autunno,
adagio spirali di pelle
accanto alla clessidra.
L’anima si denuda spossata
in uno streep di pensieri logori.
Voglio riposo nella casa di granito
ma sono bloccata nell’attimo sospeso
tra sospiro e voce,
tra nuvola e pioggia.
Devota all’inutile
svanisco come decimali
arrotondati per eccesso o difetto
sul conto a fine pranzo.
Sono la delusione della mano
in fondo alla tasca
e la tristezza dei centesimi dimenticati.

Sono lo spazio in odore d’addio
tra la parola e il punto
alla fine del romanzo.
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mi piacciono le tue metafore matematiche, e quelle che adoperi per giudicarti senza appello, molto triste la chiusa...
Ciao
L.

il 21/05/2012 alle 18:21

Grazie Lowen,
sei attento e gentile e mi ha colpito quel "giudicarti senza appello" del tuo messaggio...ci rifletterò..
S.

il 22/05/2012 alle 09:23

Già...il chiaro/scuro non è solo uno stratagemma pittorico..grazie rebel

il 22/05/2012 alle 09:25

un più a quei due "Sono" con quel che segue, versi davvero molto rispondenti al mio modo di sentire, rich.

il 22/05/2012 alle 17:08

Grazie Rich...la tristezza sa essere trasversale..
Meno male che passa...anche...

il 22/05/2012 alle 17:24