Una coperta di lana distesa
c’è nebbia sulla mia città
allungata verso
le periferie
sei sola, oggi.
Ottusa creatura alata di febbraio
puoi sempre pensare alle magnolie
presto si schiuderanno
portando via ogni tarlo.
Ma, ora, già affretti la protezione
nelle tane
di negozi, bar, uffici
sotto i portici
fa un po’ strano, come essere
sopravvissuti dopo l’uragano
qui, nella mia città,
sotto una coperta trapuntata di stelle vive
riflessi gentili sopra il lago
e la gente che normalmente passa con fretta graziosa
e l’orologio del municipio segna
un altro passo distinto, rigoroso
Così l’aria densa mi trascina nel narrare
la sofferenza di essere invisibili
come corpi senza corpi
idee che viaggiano
e non si vedono e non hanno olfatto
e forse è tutto.