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Pubblicata il 20/04/2012
Il mio mar
officia il sacro rito
del sol nascente
invita a temprarmi di salsedine
nelle lavacre onde,
dove Venere all'alba
senza veli
s'immerge,
ravviva l' acque
per concederle al dì.
Bagnata bacia il sole
dolcemente
sulla bocca
poi leggiadra avanza
estranea alla sembianza del dolor.
Zeffiro e Aura stretti
nell'eterna passione
le scaldano la pelle.
Ora col manto la protegge
ed io con lei rinasco
cuore mutato
dal vivido chiaror.
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rinascimentale...
a parer mio eri la venere del botticelli.
ciao ninetta
un abbraccio
Andrea.

il 20/04/2012 alle 17:40

Lei, Venere, era quella del Botticelli.
Ciao Andrea.

il 20/04/2012 alle 20:09

evocativa e serena...
che bella descrizione del sorgere dell'alba e di una nuova vita del cuore!
bellissima!
baci
eos

il 20/04/2012 alle 20:40