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Pubblicata il 19/03/2012
Ho smesso oggi, di pronunciare il tuo nome

In principio la parola era sacra, un segreto
che non volevo raccontare a nessuno

Allora presi il mio fedele servo e camminavo
trovai infine una vecchia quercia, la sua solida ruvidezza
e nell’incavo urlai in segreto, forte. Essa lo custodirà.

Poi venne il tribunale e tutti si alzarono in piedi e ci
fu silenzio di solitudini marine. Poi, come anemoni
ognuno fluttuava a modo suo, per rispondere delle
proprie pagine scritte.

Sulle mie, era il vuoto vacuo e informe su cui
galleggiava la memoria di quel nome

e si compì quell’atto

l’incontro del nome con l’odore freddo dell’aria
con le formule della terra
e gli animali s’addormentavano dimenticando anche loro
l’inquieta famiglia delle lettere

Era così, tutto scintillante ed era caldo sole che
abbagliava, vibrava mentre fu pronunciata la rottura

un sigillo. E a me andò bene
mi diedero il minimo della pena.
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ci sono dentro con tutte le scarpe, come si sul dire...grazie del tuo commento.

il 20/03/2012 alle 07:00

l'uso dei tempi verbali con mi convince...per niente...

il 20/03/2012 alle 07:01

Nella vita non c'è niente di sicuro,tranne 1.
in amore tutto può succedere.
Però c'è un detto che può essere citato a fin di bene
Non tutti i mali vengono per nuocere.
Oppure meglio da soli che male accompagnati.
Non ti sembra?Ciao eclisse.

il 24/03/2012 alle 17:07