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Pubblicata il 01/03/2012
indugio e mi chino sulla scranna aspra e arcigna
il chiaror ferisce i fieri volti,il momento è ostile
avverto che l'angoscia giammai mi sarà benigna

l'incedere del tempo è spietato,giocano le ore
oltre il chiaro muro si dispone ignoto castigo
avverto i silenti passi che stridon con fragore

il tremor è diabolico nella cupa,avversa dimora
nell'attesa dell'oscur messaggio di bieche sorti
offerte all'uman come beata ma fallace aurora

quanti copiosi e spenti sorrisi,grida,tolleranze
dovrà il misero mortal patir in cotesta era
pria che sian dissolte le alate,celesti distanze
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versi bellissimi
ma per me un poco complicati.

Buon giovedì primo marzo
poeta51.
marygiò

il 01/03/2012 alle 10:56