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Pubblicata il 07/09/2001
Il volo della montagna

Montagna,
le tue feritoie trasudano sangue,
i solchi del tuo manto,
sono segni dell'amaro discendere, che lo
hanno reso tristemente variegato;

Ora,
vivi nel germogliare lento di un filo d'erba,
nel brillare fievole di una spiga di grano,
ma ancora non lo sai;

Ora,
speri.....
nell'arcobaleno che colori le tue grigie spoglie,
lo cerchi nel cielo,
sfidi le atmosfere per elevarti a baciarlo;
ma sei materia,
e mai potrai sfiorarlo,
se non nei tuoi sogni di domani.

Posa,
invece il tuo sguardo fecondo,
sui timidi germogli che si stringono alla tua terra,
loro,
seppur semplici creature,
daranno soffio di vita alla tue atone tinte,
loro,
inconsapevoli dispensatrici di preziose intensità,
saranno il ponte che ti unirà al cielo.

Montagna,
dal caldo cuore,
tristemente condannata ad essere spoglia,
ostinatamente convinta,
che il volo di un bianco gabbiano,
possa precedere il tuo trasparire nei cieli,
vivi nell'attesa che ciò accada.

Sappi che,
un seme non sbocciato pregherà per te il cielo,
affinché sia generoso,
per quanto limpidi siano i tuoi intenti;

Possa il tuo manto riflettere i suoi toni,
come lago d'altura,
e la tua luce divenga sole per chi chiede calore per nascere.
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