Come Picasso nell’arte del pennello
a diverse forme pittoriche ed eccelse,
alcune innovative, volse il cimento e diede vita,
io non all’arte cara a più Muse del Parnaso,
troppo sarebbe per un poetastro o scribacchino
in versi, ma a quella più cara ad una sconosciuta
musa contadina che di poco s’accontenta
ho dedicato la penna e i tasti di un computer
per tradurre in versi o in versacci
i miei pensieri, le cose che amo
e quelle che non amo, i ricordi,
insomma un po’ della mia vita,
in varie forme e non so con qual successo.
Idilliache le odi per la lira? Più aspri
per la zampogna i versi, dolce per il flauto il
sussurrare di care melodie? Scherzosi
i carnascialeschi carmi per il clarinetto?
Mi ha toccato una spalla la musa contadina
dicendo ed in modo serio: fossero
pure solo per il trombone le ho gradite
le hai scritte tutte belle o brutte con il cuore!
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Riproposta ( vedi Aprile 2011)
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