Sfilàcciati, tesoro,
riempiti fino all’orlo del precipizio
e ritrovami qui, fallimentare
in questa casa da vendere o regalare.
Quella di legno vecchio, annerito
una ferrovia stagionale, che passa
un giorno e poi l’altro ancora
una cava di carbone al confine
eravamo io e te, seduti, osservare
i gelsomini dalle finestre
che passavano, passavano e
passavano
la donna si alza, uno che legge,
due ridono
i fiori meccanici sul bordo nella
notte calda, estiva che ci guardano
come gli anni ’70, ’80.
Qui comincia e finisce la mia casa
là, la ferrovia.