E dinanzi all'or che tace,
l'amor mio fuoco divampa,
di stelle e bagliori acceso,
c'onde a 'splorar la notte
s'appressa a corteggiar sua luna.
Immobil sua distesa,
mirar sue vesti,
e suadenti penombre ambrate,
liscie e levigate
d'amor vissuti.
Ed io d'occhi ricolmi
d'amor sì fuso
in crogiuol di sangue e ardore
struggente e attonito
il mio saluto onesto porgo.
E avuto sol ora
lambito il solco,
al vacillar nel crater sprofondo
muto ed inconsciente
al tenebroso sguardo.
Or non v'è più l'animo mio
s'avuto e sperso nella notte
manto di strida e canti
in sentier divelti.
Al dunque ripresi l'viaggio,
com'oasi al dissetar straniero.
ceduto al mondo
ciò ch'ormai più sento.
E più non tacere
e più non dire.
D'ormai s'è spenta
fioca luminaria
del mio d'Amor cammino