Sono il ninnolo di cartapesta che sorride,
la ballerina mentre gira stanca sul carillon
sono la chitarra scordata e poi dimenticata
sono il fiume senza piena,
il fuco senza Regina
la pianta senza foglia
il pianto della follia
Vago - forse sono -
eterea luce afona
che s’inchina al volere della notte
Sono - ma non mi arrendo -
una meretrice in cerca di ristoro
come se di colpo
avessi ritrovato l’uomo (il mio uomo).
Sono - forse vago -
nel nulla come chimera
Vago è il pensiero
che cammina strisciando
insinua la luce
- forse -
- Sono -
dunque penso