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Pubblicata il 16/10/2002
Le vesti di porpora
celano nudità di donna
che insegue sogni
adagiati su incubi
tastando il labirinto
che la separa
dall'altra metà di sè stessa.

Attraverso palpebre pesanti
filtra
spossata
il volo del falco nero
e ne brama
la sua insaziabile avidità
mentre
avvolto in stola di bruma
spezza l'incantesimo silente
con echi striduli
taglienti
alla ricerca della sua preda.

E lei
rannicchiata
attende
il contatto ruvido di artigli
su seni esili
che tracciano piaghe
in carni tenere...
si impone al suo volere
emanando pulsioni
che richiamano
pioggia nera
testimone di un incubo.
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bella anche se carica di pessimismo ester

il 16/10/2002 alle 22:07

Ripeto il mio spassionato giudizio.
Molto forte e cruda in cui il dolore e le ferite che forse non saranno rimarginate, hanno il loro fulcro nell'intensità con cui l'hai scritta.
E' prorpio qst intensità che mi permette di darti un giudizio positivo su tutto, tenuto conto che (però) c'è sempre quell'"albatros" che ti aspetta!!!!
E spero, poi, che non sia più incubo!!!

P.S.
Sulle ali del'albatros potresti andarci col mio "basco", sai mi hanno detto che ha poteri magici, al limite te lo presto!!!
VUoi????

ahahhahah
;-)
M'

il 17/10/2002 alle 10:54