PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 11/11/2011
prendi le scale per il paradiso e non sai
che si sono accorciate le dodici ore
se d'ore poi si tratta davvero
o piuttosto della luce interiore
e in fondo raglia il mare
di notte con voce da orco:
dove sei stato mio bene
altrove altrove da me
comunque sempre
e sempre
a torto.
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (4 voti)

la forma gafica è come una fiaccola che parte piccola dal basso e divampa poi alla fine. Preferisco leggerla al contrario...la poca luce di novembre, quella smorzatasi dentro...e come sottofondo il ragliare del mare...voce da orco di notte, quando la luce scompare, quella del sole e quella interiore dell'amore...amore per se stessi, gli altri, l'altro, il mondo...in una parola il bene.
ma il buio ci fa scoprire la fiammella che continua ad ardere..e che in piena luce non potremmo vedere...è così che si recupera l'amore di sè.
bella e molto sentita.
baci
eos













il 11/11/2011 alle 19:14

una poesia sussurrata, struggente, profondamente intima...per me molto bella

il 11/11/2011 alle 21:04

ti ricommento perchè ci ho pensato su: parto dall'alto, dalla grande fiamma o luce che si restringe fino a diventare fiammella, piccola ma intensa...gli spazi affettivi si riducono sempre più fino a raggiungre l'essenza: l'amore di sè, che non è egoismo ma punto d'arrivo della nostra vita.
scusa, non ho riflettuto abbastanza prima...
se cambio ancora idea....posso commentarti per la terza volta? :-)
baci
eos

il 11/11/2011 alle 21:18

io le poesie non riesco a leggerle se non dall'inizio, hai colto tante cose tutte molto vere, grazie mille da rich.

il 11/11/2011 alle 22:52

che ridere, ho commentato in basso e invece volevo rispondere qui!

il 11/11/2011 alle 22:53

intima è intima, grazie conquistatore di stelle, rich.

il 11/11/2011 alle 22:54

sì sì non mi stanco mai dei tuoi commenti. anche secondo me la poesia si restringe in quel senso intimo, forse è l'età forse non c'è altro da fare che accettarlo. un grandissimo saluto e a presto, rich.

il 11/11/2011 alle 22:57

Prendi le scale per il paradiso, il massimo della luce..ma il tempo è tiranno, un tempo a cui noi abbiamo donato i limiti. Forse il tempo non esiste..padre e madre di me,sei tu che guidi la tua anima il tuo io interiore anche se spesso vola libero dal tuo controllo.poesia profonda e difficile da interpretare,la poesia è così..nel leggerla ognuno ci vede del suo.
ninetta

il 12/11/2011 alle 10:15

sì è il grande privilegio della poesia, piccola o grande. mi ha sempre interessato da cosa nasce questo specchiarsi, penso con Holderlin dal sentire singolare che si fa universale e poi torna a sé. questa mia cosetta nasce da un dato biografico preciso: sono molti anni che non ho madre e padre, tutto qui. grazie ninetta dela tua pazienza, rich.

il 12/11/2011 alle 15:32

sì mi fa soffrire non poter contare sui miei genitori come ho fatto per tanti anni felici, però fa parte dell'esperienza e l'accetto da soldato. grazie per la tua sensibilità, antonella.

il 12/11/2011 alle 15:36

Non si tratta di pazienza, è bello leggerti ,,ti dirò di più questa tua confessione è un regalo , tu che appari così ferma, imperscrutabile.Purtroppo la vita è breve e gli affetti cambiano dimora.
con affetto
ninetta

il 12/11/2011 alle 15:54

Mi piace quel tono amorevole che sento nei versi e quelle metafore del mare che raglia con la voce da orco e la chiusa poi dove leggo passione e dolcezza.
Bella...bella...mi piace.
Ciao rich!!!

il 12/11/2011 alle 21:49

Mi piace quel tono amorevole che sento nei versi e quelle metafore del mare che raglia con la voce da orco e la chiusa poi dove leggo passione e dolcezza.
Bella...bella...mi piace.
Ciao rich!!!

il 12/11/2011 alle 21:50

Meglio abundare quam deficere....lo sapevo che distraendomi un attimo combinavo un guaio (non ricordavo più se avevo cliccato ok perchè la pagina non partiva e l'ho rifatto.....SCUSA ^_^

il 12/11/2011 alle 21:51

l'ho scritta per ricordarmi che sono unità, nonostante l'assenza di padre e madre. farsi carico di noi per noi stessi è una forma di magistero che s'impara dopo il passaggio forzoso della perdita. ma mi fa piacere se senti altro e così bene l'esprimi, Antonella.

il 14/11/2011 alle 11:01

a volte penso che sarebbe bello conoscere di persona molti di voi, ma anche così ci sono momenti che illuminano, grazie, rich.

il 17/11/2011 alle 11:47

il mare che raglia solo tu potevi inventarlo.....invecchiata migliora, come il vino buono

il 14/04/2018 alle 22:48

riletta, quel bene è lo stesso di oggi

il 07/01/2021 alle 19:22