ma bello anche così, richiama la coscia, altra parte da non disprezzare, oltre ovviamente al sedere.
ma a parte questo:
poesia si è mai aperta con versi più memorabili, in questo scorcio di XXI secolo? ne dubito.
tutto vero.
in quanto all'incipit, forse c'e' solo questo di meglio in questo giovane millennio:
"Io sono l’infinita transizione
la duna che si sfalda e poi riforma ad ogni alito di vento"
(sempre mio)
se Her Majesty mi permette: sarebbe splendido anche 'infinita transazione', nel senso più contrattuale e russoviano e touché di certe cose (e non cose....come affermava la nota filosofa J. Mansfield nel suo trattato : Balìa e Bàlia....sostenendo che sono le dune a copiare dal seno e non il seno dalle dune, anche se molte Filosofie del Disorientamento lo contestano...). I bow j
questa dotta compagnia conosce, vero, l'ipotesi evoluzionistica sull'origine del seno?
My Liege, Mi pare d’avvertire un'intonazione, una sfumatura, un nonsocchè (insomma!) che definirei tendenzialmente sessista nell'altrimenti interessante sragionamento rivolto alla Sua Signora.
Lasciando da parte i suoi profondi riferimenti heideggeriani sul commercio dell'uovo e della gallina, Mi viene da farLe quest’appunto: ma perchè Voi aristocratici di origine transumante scambiate sempre una duna per un seno, una pianura piana per un ventre piatto di ragazza, un frutto dell'albero di fico per....per.... mi dica Lei??? È possibile che questo sia dovuto alle troppe notti passate da soli con il gregge?
E sia galante, non Se lo faccia dire. Mi è cascato il fazzoletto.
Signori, a casa Mia non si potrebbe parlare invece di neuropsichiatria senile, metempsicosi cinese, cosmogenesi astratta? No, eh?
ma certo. anche di sociolinguistica attica, simbolismo neerlandese e mutilazioni anticopersiane. da dove cominciamo?
dottore, il primo argomento si riferisce a quanto mi ha gia' detto dei suoi studi, il secondo a quelli che potrebbero essere i suoi interessi artistici e il terzo ai suoi gia' sbandierati passatempi. orsu', mi stupisca con qualcos'altro che di lei non conosco. oggi sono esigente quanto una banca centrale tedesca.
veramente, anche il terzo argomento dipende dai miei studi, a livello di passatempi apprezzo il frustino ma alle soglie dell'amputazione mi fermo.
qualcosa di me che non conosce? vediamo... comicità radiofonica? stalking letterario? pittura ad acquerello? non so, va bene che son poliedrico però ho dei limiti.
e meno male che il tedesco ero io.
la pratico, da un pajo d'anni. mi ci diverto parecchio. non nei panni del Doktor, peraltro, anche se pure lì trovo modo di ritagliare uno spazio per l'ultraviolenza e uno (un altro) per i rigurgiti totalitari.
mi diga, mi diga... muio dalla curiosita'. ma mi diga anche questo, lei che sa tante cose: la voce sarebbe contro i miei principi?
devo dirle io cosa è contro i suoi principi? se dovessi farli miei, quali perlopiù non sono, e applicarli fino in fondo, direi di sì, la voce fa parte della mia persona vera e non di quella virtuale.
secondo i miei, invece, di principi, potrei vergognarmi come un cane a farle auscultare la mia voce in un contesto ove essa buffoneggia senza ritegno. addio immagine austera e sdegnosa. ma ciò nonostante supererei la vergogna, credo.
ha ragione. la voce e' molto personale. quindi anche il telefono....
ma mi spieghi perche' prima si esibisce e poi si vergogna.
non mi vergogno davanti al pubblico, sennò non farei (gratis, oltretutto) questo mestiere. ma neanche davanti a lei, in realtà; più che altro pensavo che se volessi farle sentire la mia voce fa strano che lei debba sentirla in questo suo impiego pubblico in cui, oltretutto, essa è usata per far ridere, e non già in una conversazione, a lei direttamente rivolta, ovviamente davanti alla ben nota tazza di camomilla.
ma abbiamo gia' escluso la questione voce. peccato. restiamo quindi imprigionati nei nostri spiriti. fa molto maledizione, condanna per qualche malefatta nella vita reale, pena da scontare... una grotta fredda e umida dove ci sfioriamo. incatenati alla nostra virtualita'. wow com'e' romantico...