PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 09/10/2011
al mio finto svenimento
replicavi con la morsa
di confondere epidermide
che sbocciavano saette
sul balcone della casa
in sonnolenza dell'estate
bicchiere d'acqua in mano
il tuo sguardo depravato
di chi è stato al fronte
camminando sopra teschi
trovando infine in te le cose
che non m'erano permesse:
mia risata liberata
fabbrica di dita nei capelli
il mio prossimo cappello
finché scorgendo nostre pelvi
confidarsi negli specchi
volevo togliermi le scarpe
deporre alluci fra cespi di gerani
dischiudere in precisa successione:
braccia bocca cuore gambe
  • Attualmente 0/5 meriti.
0,0/5 meriti (0 voti)

dio quanto mi vergogno. ma è stato solo un pensiero.

il 09/10/2011 alle 16:48

vergogni di cosa, della dedica? perché, a me fa piacere. e dunque farebbe dispiacere (o disferebbe piacere) se te ne pentissi. tanto, con la barriera ad altezza geranii...

il 09/10/2011 alle 19:09

e comunque è vero, al fronte (occidentale, nel '17) adoravo camminare sopra i teschi. quelli dei franciosi si frantumavano sùbito: crick, scrock. quelli dei miei compatrioti invece non li spaccavi a sassate (testardi come muli, si sa).

il 09/10/2011 alle 19:10

Lo dici a me. Io odio gli orologi.

il 04/12/2011 alle 12:42