Nel Teatro Estivo dell'Ezbekiyeh Garden
le conseguenze dei disturbi meteorologici
dovuti alla congiunzione di Sirio con il Sole
furono dapprima il senso di hýbris
e l'esasperato melodramma
che colpirono le giovani attrici
impegnate a recitare Orfeo.
Le stesse artiste
che prima gradivano la corte
dei romantici ufficiali dell'esercito
ora lamentavano
insopportabili emicranie.

Per due sere si chiusero nei camerini
rifiutandosi di entrare in scena.
L'impresario le chiamò:
Ragazze Definitivamente Incorreggibili.
Provando di tutto: alzò la voce;
promise aumenti e gite ai bagni;
migliorò i pasti con spezie e dolci.

Poi arrivò la burrasca di quarto grado
che sradicò la leggera struttura del teatro.
Quella notte si udì il grido delle Bestie
che si aggiravano per le strade
in cerca di rifiuti, topi morti,
insomma qualsiasi cosa tenera e polposa.

Fra i volti grigi e blu
rifugiati all'ex entrata del Teatro
c'erano bambini, donne incinte,
venditori illegali di speranza.
“Je ne regrette rien”
usciva ancora dal grammofono
quando le Bestie
scalarono il palcoscenico.

Davanti allo specchio illuminato
la Primadonna.aveva mormorato:
“Dovrete Passare Sul Mio Corpo”
Svenne ma la sua caduta fu attutita
dalla voluminosa crinolina
dell'abito di scena.

"Non, rien de rien..."
La raccolse un mannaro
con il cranio rasato
(di certo un genio nel suo genere)
che ringhiò alla donna e al mondo:
“Non ti lascerò più andare”.
Fu quella l'ultima battuta dell'estate
e non ci poteva essere migliore Gran Finale.