PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 07/09/2011
Forse me lo ha mandato un angelo.
Nobile, occhi delicati,
conduce con prudenza auto nuova.
Gli parlo delle mie sventure
della mia musica.
Sorride...osservandomi dallo specchietto.
lo mando in paranoia.
Lui ascolta attento ad ali spiegate.
Io lo stimo,
lui mi dà consigli validi e saggi.
Il modo di frenare
la linguaccia mia
e di non perdermi per strada.
La storia finisce,
fine corsa del mio tragitto,
scendo dal taxi,
gli auguro di cuore
tanta ma tanta fortuna,
ha saputo ascoltarmi.
Torno a casa, mentre lui sparisce
davanti ai semafori.
Taxisti pendolari dell'anima
dei destini incerti.
Navigano,
i suoi occhi seguono
la rotta dell'asfalto.
Sogna la libertà
sulla linea
che conduce all'orizzonte
del grigio cemento.

Poetessa QUIARA
5/8/2011
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Bellissima questa storia del taxista angelo che, mentre guida, sa condurti anche metaforicamente sulla strada giusta. Incontrare qualcuno che sappia ascoltare “ad ali spiegate” è proprio una rarità. Salire su un taxi (magari bianco) che ti mostra per un tratto la bianca strada della felicità è davvero una bella immagine. Poi devi scendere, ma lo fai con tante cose nuove in mente e magari con la speranza che ci sarà domani un altro taxi con un altro angelo pronto sul tuo cammino. Angeli che sanno sciogliere l’asfalto per impastarlo di sogni perché il suo grigio arroventato, sotto il sole estivo, non offuschi la mente e non intorpidisca il cuore.
Affettuosamente
Moirym

il 07/09/2011 alle 13:59