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Pubblicata il 30/07/2011
Perso,
fra le scure e amare acque della paura
ho visto svanire i miei dolci sogni,
che lentamente si sono disciolti, annullati,
come sale in un mare nero pece.

Lentamente ho sentito dissolversi tutto.
La mia mente,
il mio corpo,
la mia anima,
che come alghe in balia del mare
venivano trascinati alla deriva, morte, distrutte.

Disteso in un manto oscuro
ho ammirato le infinità del cosmo,
legate all'inesorabile forza arcana del tempo.
E per me non c'è sogno migliore di quest'incubo
in cui sprofondare come in trans.

Straziato dal grido di dolore del mondo,
che come in verso d'un corvo
si spande nel vuoto e freddo cielo dell'inverno,
ho potuto sentire le truci parole del sonno.

La morte è solo il principio
ed innalzato il volto alla vermiglia luna,
mirerò il sorgere di Proserpina,
che come una fata oscura apparirà
per trascinarmi nelle tenebre
sotto le pesanti catene della colpa.
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l'ultima strofa è quella che sento più intensa. bellissima questa poesia. Paura e colpa sono i nomi delle catene più pesanti che esistano

il 30/07/2011 alle 11:27

vero... grazie del commento ciao

il 30/07/2011 alle 15:27