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Pubblicata il 15/07/2011
E venne la pioggia
a sciogliere
le zolle strette a nodo.

E venne.
Si era fatta precedere
da editti di tuono,
aveva inviato missive di folgore
e tutti i giardini l’attesero
come sovrana
che visita il suo feudo.

E venne
con l’irruenza del turbine
e tutti i rami dei frutteti
furono scossi
da sferzate d’inattesa energia.

I passeri, presagita l’ora,
si misero al riparo sotto le grondaie
rassicuranti come braccia materne.
I poderi, dai loro recinti di attese,
ora rinvigoriti,
levavano al Sommo Giardiniere
lubriche risonanze di lode.

Da mille turiboli si levavano incensi
odorosi di afa
vapori/odori che solo la pioggia
riesce a staccare dai pori della terra,
dalle cose.

E più di rado, il tonante paggio,
che precede il regale passaggio,
suonava la sua grancassa
sempre più oltre.
Poi la terra
dei poderi,
dei cortili,
dei giardini,
del mio cuore,
piegò il capo sazia d’energia.

Anche i passeri,
usciti in franchigia,
si ristorarono
con le gocciole rimaste sulle foglie,
come acqua nella conca della mano.
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volevo ingraziarmi la PIOGGIA che tarda a venire....

il 15/07/2011 alle 17:51

le tue poesie sono gioielli.
complimenti
ninetta

il 15/07/2011 alle 18:18

La pioggia come turbine, come canto, come preghiera scende copiosa a raccontare storie di assetate, avide attese. Personificata, essa appare in tutta la sua esuberante vitalità facendo irruzione su un palcoscenico degno di una “sovrana”. La natura s’inchina e applaude il brulicare di nuova vita. Ma sono gli umori e gli odori che danno il tocco più intensamente scenico e che ti fanno sentire spettatore partecipe dello spettacolo che la natura recita ogni volta che scatena la sua incontenibile energia. I rumori poi precedono e seguono la scena quale colonna sonora vigorosa che, nella fantasia del gioco creativo, diventa “editti di tuono”, “missiva di folgore”, “paggio che suonava la sua grancassa”: egli, leggero come un cartone animato, prepara con il suo rumoroso passaggio, l’entrata della primadonna. Ma ecco che tutto si placa e la terra, sazia e spossata, si adagia a riempire l’ultima scena con la sua rinata esuberanza, umida di gocce ristoro dei passeri, fresca di una nuova fragranza lasciata dal bacio prepotente di una regina.
Anna, anche il tuo cuore, terra battuta da inaudite tempeste, può riposarsi e rigenerarsi nella metamorfosi della poesia che non ha bisogno altro che di se stessa per riempire la scena.
Moirym

il 15/07/2011 alle 23:34

La finezza e l'eleganza dei tuoi versi, nonchè i contenuti di irrefrenabile energia ti coprono di grandezza e di bellezza così come i fiori di primavera ricoprono i ciliegi.
Con tanto affetto.
Giorgio

il 16/07/2011 alle 08:04

Woow Giorgio con le tua verde parola mi hai portato refrigerio e Gioia, Grazie infinite...

il 16/07/2011 alle 08:10

cara Moirym, le tue considerazioni sul testo mi onorano oltremodo e spesso me le riporto sul mio sito..non posso rischiare di perdere questa analisi così dettagliata e gratificante..ti abbraccio con infinita gratitudine. La tua amica Anna

il 16/07/2011 alle 08:13

grazie Ninetta, sei sempre gentile con me...un bacio

il 16/07/2011 alle 08:57

Un paesaggio fantastico di grande forza...Forse io percepisco qualcosa di più...il sommo giardiniere...il tuo cuore pieno di energia...la sensazione è che tu voglia anche descrivere un altra cosa!!! Molto molto bella...veramente... Henry.

il 16/07/2011 alle 09:06

la poesia ha valore e si realizza in pieno quando apre una infinita possibilità di letture/altre/oltre/
Grazie Henry

il 16/07/2011 alle 09:34

alla sesta strofa ero in pantofole(complimento alla Rich): la pioggia attesa è veramente un gran fermento che hai saputo "narrare".

il 18/07/2011 alle 20:09

un complimento tuo rich vale doppio, lo sai vero??
Grazie infinite...

il 18/07/2011 alle 23:57