dalla curva del tuo collo
le gocce scivolavano lungo
l'arpeggio dei seni rigonfi
fino ad asciugarsi sul pube
ed il calore intenso sciolto col profumo
esaltava virtù acrobatiche
come cavallerizza sull'estrema corda
tesa tra te e me
nella inesausta volontà di piacere
che sollevava leggera la gonna
ed io uomo morente
all'ultimo atto della scintilla
del seme in arrivo
sentivo le vene rigonfie
come di puledro rinchiuso
a scalciare rabbioso il suolo
col suo zoccolo duro:
nessuna luna è affogata
nell'inchiostro notturno
come allora che ti dissi sei mia.