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Pubblicata il 31/05/2011
Come pietre le tue mani
si sono fermate in una morsa,
dal cuore sospesa
tra la parete ed il ricordo.
La gola brucia mentre
lacrime scendono a fiotti.
Pietra dopo pietra cade il castello,
la difesa che nasconde il mondo d’amore
che vivevi e che incarni nel tuo sacrificio.
Amore come non si è visto intorno a te
non potevi mancare e non una assenza
dal fianco di tua madre, che non sapeva,
quanto l’amavi e come l’amavi.
Parlano dell’amore di una madre
ed il tuo era degno e pari,
solo l’età ti impediva di chiamarlo
non conoscevi parole uguali al tuo grido
strozzato nelle notti insonni, nella paura
più terribile. Ascoltavi ad occhi chiusi il loro litigare
temevi il cadere di oggetti
scambiati per il corpo della tua amata
non avevi imparato ancora a perdonare
ed eri tu, l’unico che doveva aspettare
ed aspettavi che finisse, che non fosse finita
che non ti saresti mai perdonato
che non ti perdoni ancora
che non hai ancora imparato.
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avevo letto una storia di un bambino che viveva in casa il dramma dei litigi tra i genitori, si sentiva impotente ,avrebbe voluto difendere la madre..
il senso di colpa lo accompagnò sempre...non aver fatto nulla..ma cosa avrebbe potuto fare..
la chiusa me lo dimostra.
amara, vera e bella. mi hai commosso.
saluti cari
ninetta

il 02/06/2011 alle 19:46

grazie ninetta, sei sempre molto cara e positiva; la storia è una di quelle che mi capita di ascoltare, vera, di quelle che pesano sulla pelle e la schiena delle persone, di quelle che ti rubano la capacità di stare con la schiena dritta, anche quando non è proprio tua la responsabilità.

il 03/06/2011 alle 21:05