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Pubblicata il 31/05/2011
Son rigurgiti di memoria

che risalgono dal tuo petto

e spengono l’attento sguardo

di chi non ben ricorda la storia

di un prole affetto

abbandonato come uno stendardo

alla mercè di un’invasione ostile

che si nutre sudaticcia del sadico vinile

delle meccaniche abitudini

che plagiano l’amor gentile

consumandolo di cuonsuetudini

e confondendone le latitudini;

Così tuo figlio è morto

soffocato tra le pareti di un auto

che la mente non ha scorto

annacquata com’era dal flauto

di mille e perduti pensieri

che con quel figlio giocavano ieri;

Or brameresti più la condanna degli uomini

che quella di un’anima che più non domini…

Michele Punziano 30 maggio 2011
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