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Pubblicata il 23/05/2011
la bocca sollevò dal fiero pasto
il vecchio avido satana imporporato
con le gialligne unghie adunche
tese verso l'albero della conoscenza

non testa umana ma teschio
con le orbite cieche brulicanti di vermi
magnifico ipocrita vestito d'argento
con le mutande sporche di sperma

sorrise ineffabile e dolce
e giunse le mani in preghiera
ai fedeli sazi di incenso e bugie
crocefissi da una vita di chiodi

il suo dio gli parlava all'orecchio
viscida lingua latina ed accenti
verbi di morte e paradisi di zolfo
tutta roba venduta al mercato

e lui ripeteva solenne promessa
hora umidae noctis in umbra
davanti allo specchio nella camera alta
nudo e deforme davanti all'eterno
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